AVVOCATO PENALISTA BOLOGNA INFO

ESTORSIONE AMANTE CHE CHIEDE SOLDI DIETRO MINACCIA DI RIVELARE RELAZIONE

ESTORSIONE REATO

ESTORSIONE AMANTE CHE CHIEDE SOLDI DIETRO

MINACCIA DI RIVELARE RELAZIONE

ESTORSIONE ARTICOLO NORMATIVA E GIURISPRUDENZA

ESTORSIONE NORMATVA E GIURISPRUDENZA

 

art. 629 Codice Penale

Chiunque, mediante violenza [581] o minaccia(1), costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno(3), è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000

 

La pena è della reclusione da sette a venti anni e della multa da da euro 5.000 a euro 15.000(5), se concorre taluna delle circostanze indicate nell’ultimo capoverso dell’articolo precedente.

 

Massime relative all’art. 629 Codice Penale

Cass. pen. n. 21707/2019

CHIAMA SOLO DI PERSONA POSSIAMO DISCUTERE  LA TUA POSIZIONE IN MODO APPROFONDITO IL PENALE E’ UNA COSA MOLTO SERIA E DELICATA

051 6447838

In tema di estorsione cd. “ambientale”, integra la circostanza aggravante del metodo mafioso di cui all’art. 7, d.l. 13 maggio 1991, n. 152, conv. nella legge 12 luglio 1991, n. 203 (ora art. 416-bis.1 cod. pen.), la condotta di chi, pur senza fare uso di una esplicita minaccia, pretenda dalla persona offesa il pagamento di somme di denaro per assicurarle protezione, in un territorio notoriamente soggetto all’influsso di consorterie mafiose, senza che sia necessario che la vittima conosca l’estorsore e la sua appartenenza ad un clan determinato. (Nella specie, la Corte ha ritenuto sussistere la circostanza aggravante nella richiesta ad un commerciante di denaro a fronte di protezione, dopo che il negozio era stato danneggiato varie volte, in un quartiere ad alta densità mafiosa).

 

Cass. pen. n. 17427/2019

 

La condotta di violenza, la quale, cumulativamente od alternativamente con quella di minaccia, costituisce il nucleo essenziale del delitto di estorsione, è in esso interamente assorbita quando non provoca alcuna lesione personale (come nel caso in cui l’agente si limiti ad immobilizzare la vittima o a percuoterla ovvero esplichi solo la violenza c.d. reale); in caso contrario, devono trovare applicazione le norme sul concorso di reati. (Fattispecie di tentata estorsione, nella quale la Corte ha ritenuto dovessero essere assorbiti i reati di percosse ascritti all’imputato).

Cass. pen. n. 17288/2019

 

Integra il delitto di estorsione e non quello di violenza privata la condotta consistente nel richiedere al soggetto passivo somme di denaro con la minaccia di rivelare al coniuge di quest’ultimo il pregresso rapporto extraconiugale con l’agente, in quanto condotta che, oltre a concretizzare la prospettazione di un male ingiusto, perché attinente ad aspetti della vita della persona offesa non divulgabili senza il consenso di questa, è, altresì, preordinata al conseguimento di un ingiusto profitto. (Fattispecie in cui la Corte ha escluso la configurabilità fra le parti di una relazione di tipo familiare ai sensi dell’art. 8 CEDU, rilevante al fine di elidere il carattere di ingiustizia del profitto, attesa l’occasionalità, all’epoca dei fatti, degli incontri fra la persona offesa e l’imputata, che aveva intrapreso una nuova relazione di convivenza).

 

Cass. pen. n. 40899/2018

 

Integra il reato di estorsione l’ottenimento della rinuncia a far valere il credito conseguente all’adempimento di una prestazione contrattuale mediante l’implicita intimidazione esercitata dal debitore che, pur senza compiere atti di violenza o minaccia, abbia già esibito, al momento della costituzione del rapporto, la propria appartenenza ad un’associazione mafiosa.

 

 

Cass. pen. n. 21789/2019

 

In tema di estorsione, non integra il reato la condotta del datore di lavoro che, al momento dell’assunzione, prospetti agli aspiranti dipendenti l’alternativa tra la rinunzia a parte della retribuzione e la perdita dell’opportunità di lavoro, in quanto, pur sussistendo un ingiusto profitto per il primo, costituito dal conseguimento di prestazioni d’opera sottopagate, non v’è prova che l’ottenimento di un impiego rechi un danno ai lavoratori rispetto alla preesistente situazione di disoccupazione. (In motivazione, la Corte ha precisato che deve invece ritenersi sussistente il reato nel caso in cui il datore di lavoro, nella fase esecutiva del contratto, corrisponda ai lavoratori, sotto minaccia della perdita del posto di lavoro, uno stipendio ridotto rispetto a quanto risultante in busta paga, essendo in tal caso evidente il danno recato ai predetti).

 

 

  • LA CORTE DI APPELLO DI BOLOGNA CONDANNAVA  UNA DONNA CHE AVEVA AVUTO UNA RELAZIONE CON UN UOMO E ALLA FINE MINCCIAVA DI RIVELARE TUTTO ALLA MOGLIE DELL’UOMO SE QUESTI NON GLI AVESSE DATO UNA SOMMA DI DANARO!!
  • Il difensore dell’imputata ricorreva in Cassazione facendo presente che dalle dichiarazioni della sua assistita è emersa l’inconsapevolezza dell’illegittimità della sua condotta. Nel giudicare la Corte d’Appello ha valutato solo l’aspetto materiale del comportamento, trascurando quello psicologico.
  •  La donna ha infatti dovuto affrontare una dolorosa interruzione di gravidanza durante la sua relazione con la persona offesa.
  • Da qui la convinzione che il denaro promesso, ma poi versatole solo in parte, rappresentasse una sorta di “risarcimento” per le sofferenze subite.

LA CASSAZIONE  RITIENE CHE NON SI POTEVA FARE UN TRAVISAMENTO DEL FATTO ,CIOE’ LA CORTE AFFERMA CHE ALLA STESSA VIENE RICHIESTO ERRONEAMENTE UNA NUOVA VALUTAZIONE DEI FATTI E UN ANUOVA VALUTAZIONE DELLE PROVE, UNA NUOVA VALUTAZIONE DEGLI ELEMENTI FATTUALI GIA’ AMPLIAMENTI VALUTATI DALLA CORTE DI APPELLO GIUDICANTE.

Reato di estorsione

  1. L’estorsione è reato plurioffensivo risultando leso sia il patrimonio che la libertà di autodeterminazione del soggetto passivo. Il reato si consuma nel momento in cui l’agente consegue per sé o per altri l’ingiusto profitto con correlativo altrui danno. E’ possibile configurarsi il tentativo di estorsione l’evento desiderato dall’agente non segue alla violenza o alla minaccia.
  2. Per quanto concerne l’elemento soggettivo, la giurisprudenza ritiene necessario il dolo specifico mentre la dottrina ritiene sufficiente il dolo generico; il dolo specifico consiste nella coscienza e volontà del fatto allo scopo di conseguire un ingiusto profitto con altrui danno.

 

  • Estorsione.
  • Chiunque, mediante violenza [392 c. 2, 581 c. 2] o minaccia [612], costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000 [317, 401, 640 c. 2 n. 2; 380 c. 2 lett. f) c.p.p.] (1).
  • La pena è della reclusione da sette a venti anni e della multa da euro 5.000 a euro 15.000, se concorre taluna delle circostanze indicate nell’ultimo capoverso dell’articolo precedente [347 c. 3, 407 c. 2 lett. a) n. 2 c.p.p.; 112 att. c.p.p.] (2) (3) (4).

CHIAMA SOLO DI PERSONA POSSIAMO DISCUTERE  LA TUA POSIZIONE IN MODO APPROFONDITO IL PENALE E’ UNA COSA MOLTO SERIA E DELICATA

051 6447838

Originally posted 2020-03-22 09:58:39.