Abbandono di persona incapace: cosa prevede l’art. 591 c.p. e quando scatta il reato
Cos’è il reato di abbandono di persona incapace (art. 591 c.p.)
L’articolo 591 del Codice Penale italiano disciplina un reato grave che riguarda la tutela delle persone più fragili, ovvero quelle incapaci di provvedere a sé stesse per età, malattia, infermità fisica o mentale. Il reato si configura quando una persona, che ha il dovere giuridico di assistenza o custodia, abbandona l’incapace, esponendolo a pericolo per la sua vita o per la sua integrità fisica.
La norma ha una funzione di protezione rafforzata per chi non è in grado di autodeterminarsi e ha bisogno della costante cura o vigilanza di altri soggetti. Vediamo nel dettaglio cosa dice il Codice Penale.
Testo dell’art. 591 Codice Penale
Art. 591 c.p. – Abbandono di persone minori o incapaci
Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, o una persona incapace per infermità di mente o di corpo, per altra causa anche transitoria, di provvedere a sé stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.Se dal fatto deriva una lesione personale, la pena è della reclusione da uno a sei anni; se ne deriva la morte, la pena è della reclusione da tre a otto anni.
La pena è aumentata se il fatto è commesso dal genitore, dal tutore o dal curatore.
Le disposizioni di questo articolo non si applicano nei casi in cui l’abbandono avviene per necessità di prestare soccorso a sé medesimo o ad altri.
Chi può commettere il reato di abbandono?
Il reato previsto dall’art. 591 c.p. è un reato proprio, cioè può essere commesso solo da chi ha una posizione di garanzia nei confronti dell’incapace. Ciò significa che:
Deve esistere un dovere giuridico di custodia o cura, derivante dalla legge (come nel caso dei genitori, tutori, curatori) o da un incarico di fatto (es. badante, educatore, infermiere, assistente domiciliare).
L’incapace deve essere effettivamente bisognoso di assistenza e non in grado di provvedere a sé stesso.
È importante sottolineare che il reato non riguarda solo i minori di 14 anni, ma anche tutti quei soggetti che, per ragioni fisiche o mentali, non possono gestire la propria sopravvivenza in autonomia.
Cosa si intende per “abbandono”?
Per “abbandono” non si intende necessariamente un allontanamento fisico definitivo, ma qualsiasi condotta omissiva che interrompa l’assistenza necessaria. Esempi pratici:
Lasciare un anziano non autosufficiente da solo per ore o giorni.
Allontanarsi da un disabile lasciato senza presidi medici o alimentari.
Omettere la sorveglianza di un minore che richiede attenzione costante.
È sufficiente che la condotta abbia esposto l’incapace a un pericolo, anche potenziale, per la salute o la vita: non è necessario che il danno si sia realmente verificato.
Le aggravanti dell’art. 591 c.p.
La norma prevede aggravamenti di pena nei seguenti casi:
Se dall’abbandono derivano lesioni personali, la pena sale da 1 a 6 anni.
Se ne deriva la morte della persona incapace, la pena va da 3 a 8 anni.
Se il reato è commesso da un genitore, tutore o curatore, la pena è aumentata (aggravante soggettiva).
Quando il reato non sussiste: l’esimente del soccorso
L’art. 591 c.p. prevede una causa di esclusione della responsabilità penale: se l’abbandono è reso necessario per prestare soccorso a sé stessi o ad altri, il fatto non costituisce reato.
Questa clausola è pensata per situazioni eccezionali, come ad esempio:
Una badante che lascia l’anziano per chiamare aiuto in un’emergenza.
Un genitore che si allontana momentaneamente per evitare un pericolo imminente.
Giurisprudenza sull’art. 591 c.p.: esempi reali
La Cassazione ha più volte chiarito il significato di “abbandono”. Tra i casi più rilevanti:
Cass. Pen., sez. V, n. 23234/2014: condannata una madre che lasciava il figlio disabile chiuso in casa da solo per ore, senza sorveglianza né pasti adeguati.
Cass. Pen., sez. IV, n. 1542/2020: confermata la responsabilità penale del figlio convivente che non prestava assistenza al padre gravemente malato, lasciandolo in condizioni igieniche drammatiche.
In entrambi i casi, i giudici hanno ribadito che l’elemento soggettivo del dolo generico (cioè la volontà di compiere l’azione) è sufficiente per integrare il reato.
Abbandono in struttura sanitaria o RSA: chi risponde?
Anche il personale medico o paramedico può essere chiamato a rispondere penalmente ex art. 591 c.p., qualora vi sia una condotta di grave trascuratezza:
Infermieri che lasciano un paziente non autosufficiente privo di vigilanza.
Responsabili di una RSA che ignorano le condizioni di malessere di un ospite.
In questi casi, oltre al procedimento penale, può scattare anche una richiesta di risarcimento per danni morali e biologici, a carico della struttura sanitaria.
Consulenza legale per reato di abbandono incapace
Se sei coinvolto in un’indagine o in un processo per il reato di abbandono di persona incapace ex art. 591 c.p., è fondamentale rivolgersi a un avvocato penalista esperto in reati contro la persona. Le accuse sono gravi e le conseguenze possono comportare:
Reclusione anche di diversi anni.
Iscrizione nel casellario giudiziale.
Azioni civili risarcitorie da parte della vittima o dei suoi familiari.
Allo stesso modo, se una persona cara è stata abbandonata o maltrattata, è importante agire tempestivamente per:
Sporgere denuncia o querela.
Richiedere il sequestro preventivo di prove (es. filmati, cartelle cliniche).
Intraprendere un’azione civile per il risarcimento dei danni.
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FAQ – Domande frequenti sull’art. 591 c.p.
Qual è la pena prevista per l’abbandono di persona incapace?
La pena base è la reclusione da 6 mesi a 5 anni, ma può aumentare fino a 8 anni in caso di morte della vittima.
È punibile anche chi abbandona un familiare malato?
Sì, se ha un dovere giuridico o morale di assistenza, anche per convivenza o per affidamento volontario.
Cosa devo fare se mio padre anziano è stato abbandonato in RSA?
Puoi presentare denuncia alla Procura della Repubblica, segnalare l’accaduto ai NAS e chiedere un risarcimento danni tramite un avvocato penalista.
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🔹 Cass. Pen., Sez. V, 23 maggio 2014, n. 23234
Fatto: Condanna di una madre che lasciava per ore il figlio disabile grave da solo in casa, senza cibo né assistenza.
Principio: L’abbandono può consistere anche in una condotta ripetuta di trascuratezza e non richiede l’allontanamento fisico definitivo. È sufficiente esporre l’incapace a un pericolo concreto, anche potenziale.
Rilevanza: Ribadito che la custodia e cura implicano una vigilanza continua e adeguata alle condizioni del soggetto.
🔹 Cass. Pen., Sez. IV, 17 gennaio 2020, n. 1542
Fatto: Il figlio lascia il padre anziano e malato in condizioni igienico-sanitarie critiche, senza adeguata assistenza.
Principio: L’art. 591 c.p. si applica anche nei casi di abbandono morale e materiale, se c’è un dovere di assistenza derivante dalla convivenza e dal legame familiare.
Rilevanza: Anche un familiare convivente, senza incarico formale, ha una posizione di garanzia verso l’incapace.
🔹 Cass. Pen., Sez. V, 21 dicembre 2000, n. 1418
Fatto: Una badante lascia incustodita una donna anziana con gravi disturbi cognitivi, poi trovata in stato confusionale in strada.
Principio: Anche chi assiste un incapace per ragioni contrattuali o di fatto (es. badanti) ha un obbligo giuridico di custodia e può rispondere penalmente in caso di abbandono.
Rilevanza: Ampliamento della nozione di “custodia” anche a incarichi non formalizzati.
🔹 Cass. Pen., Sez. V, 28 gennaio 2009, n. 4716
Fatto: Un genitore lascia da solo in casa un bambino di 4 anni per andare al lavoro.
Principio: Il minore di anni 14 è presunto incapace per legge: l’abbandono è punibile anche se non si verifica alcun danno concreto, purché ci sia una situazione di rischio.
Rilevanza: Conferma della tutela penale rafforzata per i minori, anche in assenza di conseguenze lesive.
🔹 Cass. Pen., Sez. V, 4 marzo 2011, n. 9187
Fatto: Abbandono di un disabile durante un’escursione: il responsabile si allontana lasciandolo in stato di bisogno.
Principio: L’obbligo di custodia può nascere anche da una situazione occasionale (es. gita, attività sportiva) se si assume di fatto la cura dell’incapace.
Rilevanza: L’obbligo di protezione non deriva solo da legami stabili o formali.
🔹 Cass. Pen., Sez. V, 7 ottobre 2003, n. 37862
Fatto: Infermiera di struttura sanitaria lascia incustodita paziente psichiatrica, che tenta il suicidio.
Principio: Il personale sanitario può essere penalmente responsabile per abbandono, se omette la sorveglianza doverosa su soggetti in condizioni di incapacità mentale.
Rilevanza: L’obbligo di vigilanza è particolarmente stringente in contesti sanitari o assistenziali.
🔹 Cass. Pen., Sez. VI, 2 ottobre 2008, n. 38485
Fatto: Ricovero in struttura inadeguata a gestire le esigenze psichiatriche di un paziente grave.
Principio: Anche un comportamento omissivo strutturale o organizzativo, da parte di enti o responsabili sanitari, può configurare abbandono ex art. 591 c.p.
Rilevanza: La responsabilità può estendersi anche a dirigenti o titolari di strutture, non solo agli esecutori materiali.
✅ Conclusione operativa
Dalla giurisprudenza emerge che:
Il reato può essere commesso da chiunque abbia una posizione di garanzia, anche di fatto.
L’allontanamento fisico non è necessario: basta la condotta negligente che espone al pericolo.
È sufficiente la mera potenzialità del pericolo: non serve un danno concreto.
Anche strutture sanitarie e i loro responsabili possono incorrere nel reato per inadeguata assistenza.